I SOFISTI

I sofisti si pongono finalità pratiche, impegnandosi a livello educativo e pedagogico, insegnando la virtù (areté), fino ad allora ritenuta ereditaria e non insegnabile. Pertanto si qualificano come educatori professionisti, pretendendo un compenso per le loro prestazioni.
 Con un uso spregiudicato della ragione, criticano ogni istituzione, convenzione e dogma filosofico, ottenendo una prospettiva relativistica in ambito etico, conoscitivo e culturale e un'attitudine utilitaristica.
Protagora è il fondatore della sofistica e il suo nome è legato al principio del relativismo etico, che egli formula così: "L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono e di quelle che non sono per ciò che non sono". Al sapiente (sofista) non tocca quindi il compito di scoprire i fondamenti stabili delle cose, ma quello di rendere "più forte il discorso più debole".
La virtù è fondata sull'utile e non sul bene: il sofista è colui che possiede e insegna la virtù dell'accortezza, di saper scegliere ciò che è utile per sé e per la pólis in determinati momenti.
Gorgia è considerato il fondatore del nichilismo. Il suo obiettivo polemico è l'ontologia della scuola di Elea come dimostrano le sue tre proposizioni: 
1. nulla esiste;
2. se anche esistesse non sarebbe conoscibile; 
3. e se anche fosse conoscibile non sarebbe esprimibile. 
Da queste posizioni derivano tre conseguenze: 
1. non c'è possibilità di fondare un'etica assoluta; 
2. la parola non è più veicolo di verità ma di suggestione e di persuasione; 
3. l'arte acquista una piena autonomia, perseguendo finalità proprie (la mozione dei sentimenti).
Prodico inventa la sinonimica, arte che insegna a individuare ed esprimere tutte le sfumature dei termini e a farne un proficuo uso nelle assemblee e nei tribunali.
Ippia il fondatore della corrente naturalistica, contrappone il nómos, la legge positiva stabilita dall'uomo, alla ph´ysis, la legge naturale, ritenendo quest'ultima più importante.
Antifonte radicalizza ulteriormente questa opposizione e ne deduce una concezione ugualitaria e cosmopolita degli uomini.
I sofisti politici, appartenenti alla seconda generazione della sofistica, riprendono la tematica etico-politica sganciandola da qualunque riferimento morale.
Con l'eristica, tipica dell'ultima fase, la sofistica perde ogni spessore filosofico e si riduce a pura arte dialettica e confutatoria, a prescindere dal contenuto di verità delle tesi sostenute.

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